Leggere le scritture letteralmente è come dire ad una persona che è un bel soprabito, come se quella persona non fosse niente di più di ciò che indossa. Di sicuro sotto il soprabito esiste un corpo, e di sicuro vi è un'anima dietro a quel corpo. Lo stresso vale per la Torà egli altri Testi Sacri. I racconti contenuti in essi sono come indumenti per un corpo ben più prezioso. A sua volta questo corpo è un abito per un'anima ben più preziosa, e dentro quell'anima ve ne è un'altra ed un altra ancora. Certo, se nei racconti delle Scritture non vi fosse nulla al di là del testo, io stesso avrei potuto comporre una letteratura ben superiore.
(Rabbì Shimon Bar Yochay in Sefèr ha Zohar vol. 3 f. 152)