Lelio (Hillel) Cantoni
Rav Lelio (Hillel) Cantoni, קאנטוני הלל, nasce a Gazzuolo nel 1802, nel Ducato di Mantova.
Nel 1829 entra all’Istituto Rabbinico di Padova, dove consegue la “Semikà” la laurea rabbinica nel 1832. Dal 1833 fino alla morte è Rabbino Capo di Torino e del Piemonte.
Dotato di capacità esecutiva e di personalità magnetica, ed essendo un uomo di profonda pietà, ha abilmente guidato con grande capacità organizzativa la comunità piemontese, colmando e conciliando il vecchio punto di vista rabbinico con le moderne aspettative del giudaismo di fine ottocento.
Nel 1845 fonda il Comitato delle Comunità Ebraiche del Regno di Sardegna e Piemonte ottenendo in questo il sostegno di Roberto e Massimo d’Azeglio.
Riconoscendone le capacità amministrative, il governo gli ha più volte affidato la redazione di statuti che interessavano le Comunità Ebraiche.
Nel 1848 ha attivamente reclutato tra gli ebrei di Torino ed ha contribuito ad organizzare i volontari in tre battaglioni di bersaglieri per combattere contro l’impero austo-ungarico.
Dopo l’emancipazione degli ebrei in Sardegna nel 1848, Rav Lelio Cantoni si è occupato soprattutto dell’organizzazione della gestione interna e di questioni religiose ebraiche. Per effettuare questo ha pubblicato il suo “Nuovo Ordinamento del Culto Israelitico nei Regi Stati“, in cui ha sostenuto la creazione da parte del governo di concistori, indicandone le modalità con cui questi avrebbero potuto esser supportati, un concistoro centrale a Torino e concistori divisionali. Tuttavia la legge promulgata dal ministro degli interni Rattazzi nel luglio del 1857 differirà notevolmente dal progetto di Cantoni che costituisce le Comunità Ebraiche come Soietà eutonome, senza però un controllo centrale.
Rav Lelio Cantoni è stato il principale promotore della creazione di scuole ed asili per bambini nelle Università Israelitiche del Piemonte ed in modo particolare per la Comunità di Torino.
Muore prematuramente a Torino il 2 gennaio 1857, questo gli impedisce di fondare un’organizzazione per includere tutte le Comunità ed i Rabbini d’Italia.
Ci ha lasciato diversi articoli e libri per la formazione dei giovani, prevalentemente pubblicati dalla rivista”L’educatore Israelita“.
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