Avrahàm Yosèf Shelomò Graziano
Rabbì Avrahàm Yosèf Shelomò Graziano nasce a Pesaro intorno al 1620. Poco è noto degli anni della sua gioventù, ma sembra si sia occupato di insegnamento. Intorno ai trent’anni lo troviamo Rabbino a Modena, dove il Rabbino Capo era allora il suo parente Rav Nethan’èl Trabotti, che raccomandò che il Graziano fosse nominato suo successore alla sua morte. In realtà in un primo momento fu nominato giudice del Tribunale Rabbinico, e solo nel 1666 divenne Rabbino Capo, carica che mantenne fino alla sua morte, nel 1685.
Durante la sua permanenza a Modena, che era allora una delle più importanti Comunità in Italia, Rav Graziano fu considerato una delle maggiori autorità rabbiniche del suo tempo. Ne troviamo traccia nei suoi numerosi responsi, tuttora solo manoscritti, che costituiscono la maggioranza dei responsi italiani esistenti. Parte di essi fu pubblicata nel “Pàchad Itzchàk” di Rav Itzchàk Lampronti, ed alcuni, di argomento matrimoniale, furono pubblicati in italiano. Oltre a ciò, ha lasciato un’ampia letteratura, tuttora quasi interamente manoscritta, di cui fa parte un commentario alle quattro parti dello “Shulchàn ‘Arùkh”, di notevole importanza perché riporta decisioni rabbiniche di molti Maestri italiani, di cui non c’è altra traccia. Ha composto alcune raccolte di regole normative, dalle quali risulta chiara la sua tendenza ad una linea facilitante. Si è occupato anche di esegesi biblica. Al di fuori dell’ambito rabbinico è rimasta un’ampia corrispondenza e decine di composizioni poetiche, in massima parte d’occasione.
Ciò che ha portato grande notorietà a Rav Graziano è stata anche la sua biblioteca. Il suo amore per i libri lo ha portato ad acquistare manoscritti ed incunaboli preziosi. Purtroppo non esiste un catalogo organico della sua biblioteca, ma che essa fosse ingente è chiaro dal fatto che non esiste quasi nessuna biblioteca importante che non contenga qualche volume della sua collezione, riconoscibile dall’ex libris con la dicitura “I.Sh. Ghe.R.” e dalle sue glosse in margine, glosse che denotano vaste conoscenze scientifiche e storiche.
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