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Un ostacolo
Quando incontri un ostacolo nel tuo viaggio verso Dio sappi che Dio si nasconde dentro quell’ostacolo. Come è scritto (Esodo 20,21):”Mosè avanzò verso la nube oscura, nella quale era Dio”, intendendo che egli si avvicinò direttamente all’ostacolo, perchè lì dentro si nascondeva Dio.
(Rabbì Nachman di Breslaw in Likutè Moharahn, cap. 115)
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Polmoni e bocca
In corrispondenza delle due ali del polmone che si aprono per ricevere il vento vi sono le due labbra della bocca, che poi accolgono il suono che ne emerge e lo fanno volare verso l’alto sotto forma di linguaggio. Ed in corrispondenza dei cinque rami del polmone [bronchi segmrntali] vi sono i cinque sentieri della pronuncia: gutturale, labiale, palatale, linguale e dentale.
(Sefèr ha-Zohar, vol. 4 f. 227)
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Il grado di crudeltà
Si può misurare il grado di crudeltà di una persona nei confronti della gente misurando il grado della sua crudeltà nei confronti degli animali.
(Kitvè Maharal vol. 2 pag 360)
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Confusione
La fonte principale di confusione nella nostra ricerca del significato dell’universo nel suo insieme, o anche di sue parti, affonda le sue radici nella nostra erronea ipotesi che tutta l’esistenza sia esclusivamente per il nostro bene. Infatti, se noi esaminiamo il nostro universo oggettivamente, scopriamo di esserne una parte davvero piccolissima. La verità è che tutta l’umanità e tutte le specie di forme di vita sulla terra sono nulla in confronto all’infinita esistenza cosmica.
(Rabbi Moshe ben Maimon in Morè Nevuchim 3, 12)
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Dovunque tu sia, Dio è vicino a te
Non lasciarti sopraffare dai sentimenti di solitudine. Dovunque tu sia, Dio è vicino a te. Ricorda: il senso di lontananza da Dio è qualcosa di soggettivo è solo un tuo sentimento, non la realtà.
(Rabbì Nachman di Breslaw)
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La pace fra gli opposti
La pace più elevata è la pace fra gli opposti. (Rabbì Nachman di Breslaw in Likutè Moharan 1, 80) Se te ne ricorderai la prossima volta che incontrerai qualcuno che ti fa sentire a disagio, invece di dirigerti verso l’uscita più vicina, troverai dei modi per andare d’accordo con quella persona.
(Rabbì Nachman di Breslaw)
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Il risveglio spirituale
Il risveglio spirituale comincia con un’ispirazione che viene dall’esterno. Poi, una volta che sei già in cammino, comincia il vero lavoro. Continua a svolgerlo e l’ispirazione giungerà dal di dentro.
(Rabbi Nachman di Breslaw in Likutè Halachot 3, 152c)
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Ogni luogo è sacro
Non vi è alcuno spazio che sia privo della presenza di Dio. (Isaia 6, 3) Ciò che tu vai cercando così lontano da dove ti trovi ti soffia sempre sul collo.(Talmud Babilonese Berachot 13a) Ogni luogo in cui ti trovi, infatti, è sacro. (Esodo 3, 5) Allo stesso modo, la tua anima non vive in un punto elevato del tuo corpo, bensì in tutto il tuo essere. Come il Creatore infatti ricolma l’universo, allo stesso modo l’anima ricolma il corpo.
(Talmud Babilonese Berachot 10b)
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Tutto ciò che vi è da sapere
Prima digiungere su questo mondo, tu già sai tutto ciò che vi è da sapere (Sefèr ha-Zohar vol. 3 f. 61). Nel ventre ti è stato mostrato tutto l’universo, da un capo all’altro e ti è stata insegnata la suprema sapienza misterica. Ma dopo, quando emergi nella luce di questo mondo, quando la tua anima si manifesta in quel momento nel tuo corpo, ogni cosa viene dimenticata (Talmud Babilonese Niddà 30b). Perché avviene questo? Perché preoccuparsi di sapere prima di nascere ciò che inevitabilmente si dimenticherà dopo la nascita? Infatti, è come se l’anima fosse uno scultore e il corpo una scultura in via di elaborazione. E, anche se l’artigiano ha in mente il risultato finale dell’immagine voluta, questa conoscenza non si realizzerà attraverso l’arte stessa finché non sarà stata del tutto completata e affinata. Allo stesso modo, è la nostra anima a essere informata di tutta la sapienza prima della nostra nascita, e poi, una volta che noi siamo nati, a sforzarsi di imprimere dentro di noi tale conoscenza. Questo è un compito che richiede diversi anni, e la sua qualità dipende dalla lucidità del corpo e della mente a ricevere ciò che viene inviato dall’anima.
(Rabbì Menashè ben Israel in Nishmat Chayìm, Trattato 2, cap. 10)
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Lo spirito del vento e lo spirito dell’aria
Nell’essere terreno esistono due anime, lo spirito del vento e lo spirito dell’aria. Quando una persona sogna, lo spirito del vento viaggia da una patre all’altra dell’universo, e lo spirito dell’aria rimane e si sofferma in profondità, nella stanza delle stanze.
(Midrash Olam Kathan n. 4)
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Una fase intermedia
La realtà fisica è vista come una fase intermedia nell’evoluzione sempre crescente del compimento dell’immaginazione o del volere del Creatore (Sefer ha-Zohar, vol. 3, f. 61). Le varie fasi di questa spirale infinita sono composte da miriadi di ruchoth [spiriti], esseri che a loro volta incarnano miriadi di fasi, coinvolte nella manifestazione dello spirito nella materia. Ogni filo d’erba, per esempio, viene invocato continuamente perché si manifesti da uno spirito che ne spinge e influenza la crescita dall’interno nel processo a spirale che, momento per momento, realizza il seme dell’intenzione divina fino al suo compimento fisico.
(Midrash Bereshit Rabbà cap. 10; Sefèr ha-Zohar, vol. 1, f. 25 e vol. 2 f. 80)
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Quando preghi
Quando preghi nel prato, tutte le erbe si uniscono alle tue preghiere e ti sostengono e rinforzano le tue preghiere. E se non puoi pregare nel prato, ma solamente in casa tua, allora anche una coppa di frutta o di verdura può aiutarti allo stesso modo, perché esse provengono dalla terra. Solo, sono piu’ potenti quando preghi nel prato.
(Rabbì Nachman di Breslaw il Likutè Moharàn Tanina, cap. 11)
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Io sono proprio qui dietro di te
Ciò che vai cercando su lidi lontani è qui vicino a te. E’ come un re che aveva sette figli, che stavano uno dietro l’altro in ordine d’età, il piu’ giovane in ultima posizione. Mentre questi allungava il collo nel tentativo di vedere suo padre il re, sentì qualcuno che gli batteva sulla spalle da dietro. Si voltò e vide il re. Il re gli disse: “figlio mio perché ti allunghi così? che cosa cerchi laggiù? “. E il principe rispose: “Cerco il tuo volto, padre mio”. E il re replicò: “Ma io sono proprio qui dietro di te; non c’è bisogno che tu allunghi il collo per vedermi”.
(Sefèr ha-Bahìr, Mishnà n. 171)
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Il Creatore stesso ad insegnarci
Sappi che è il Creatore stesso ad insegnarci attraverso i profeti e le loro scritture, ed Egli ci “rende più istruiti delle bestie selvatiche della terra, e ci fa più saggi degli uccelli del cielo”.
(Libro di Giobbe 35, 11)
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Gli uccelli
Sebbene l’aria dell’atmosfera terrestre sia densa per volume e massa, la sapienza misterica del regno dello spirito continua a penetrare in questo mondo tramite gli uccelli. Infatti, quando gli uccelli sono in volo, le loro ali fondono la densità dell’atmosfera, permettono in quel momento alla sapienza misterica del regno dello spirito di penetrare nel nostro mondo. E ciò è quanto insegnava Re Salomone a riguardo dicendo: (Ecclesiaste 10, 20): “Perché un uccello del cielo trasporta la Tua voce” riferendosi a tale sapienza emanata dagli spiriti che influenzano gli animali. E poi vi sono altri uccelli il cui cinguettio si fonde con i rumori dei loro spiriti. A questo proposito, Egli diceva ancora (Ecclesiaste 10, 20) “E un alato riferisce la parola”. Tuttavia, vi sono anche uccelli che comunicano i misteri non attraverso il linguaggio, bensì attraverso il rumore delle loro ali durante il loro volo.
(Rabbì Chayim Vital in Sefèr Shaar Ruach ha-Kodesh, Derush Ghimel)
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Vivere in equilibrio
La religione è una bella cosa, ma anche senza tutto quel guazzabuglio di rivelazioni divine il Creatore ci ha lasciato informazioni sufficienti sulla terra per insegnarci a vivere in equilibrio. Se non avessimo la Torah, avremmo potuto imparare dagli animali ogni cosa che ci occorreva conoscere.
(Talmud Babilonese, Trattato di Eruvin 100b)
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Un solo punto
Rabbì Zecharià diceva:“La sede dell’intero universo non è che un solo punto su cui regge ogni cosa”. E qual è questo punto? È il punto del pensiero primordiale, il pensiero originale del Creatore sul creato. Esso si cela dentro questo punto, e attende di essere tradotto, attende di essere tirato fuori, di essere portato in qualche direzione. E questo punto è il vero inizio di ogni volere e di ogni pensiero nell’intero universo. E più genera, più si rivela tutto ciò che è celato dentro quel punto. Ma non completamente, niente di più di un sussurro. Come una linea che parte da un punto. La linea è l’inizio della rivelazione del pensiero sconosciuto celato dentro il punto, nel pensiero dell’artista o dello scrittore, ma essa rivela solo una direzione di movimento, non l’intero mistero del pensiero che emerge dietro di esso.
(Sefèr Zohar Chadash 71, 2)
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Frutti e capitale
Di sei cose l’uomo gode i frutti in questo mondo e ne conserva il capitale nel mondo avvenire: l’ospitalità, la visita degli ammalati, la meditazione nella preghiera, l’iniziare presto lo studio quotidiano, l’educare i figli allo studio della Torà, il giudicare il prossimo favorevolmente.
(Talmud Babilonese trattato Shabbàt 127a)
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Immagine del proprio sé
Ogni persona ha un’immagine del proprio sé nel regno dello spirito, ed è questo spirito a guidare la stella di quella persona. E a volte, quando lo spirito è inviato nel regno fisico, esso si manifesta proprio nella forma della persona terrena la cui immagine esso rappresenta, e offre guida al sé terreno.
(Rabbì Elazar da Worms in Chochmat ha-Nefèsh, ff. 17 e 18)
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La preghiera
Recitare una preghiera di benedizione per una mela che stai per mangiare può essere un semplice “grazie”, oppure un potente incantesimo per attirare la benedizione del cibo verso il pianeta dalla Sorgente della benedizione. La preghiera di benedizione implica la dipendenza dell’universo dalla Sacra Sorgente che cerca di stabilire un rapporto con l’universo. In verità, se la Sacra Sorgente non ci avesse mostrato che è volere divino essere in rapporto con l’universo, sarebbe decisamente inopportuno da parte nostra pregare Dio, dal momento che la preghiera dà per scontato che Dio sia in rapporto con l’universo e sia interessato agli affari del creato. Proclamando Dio “Sacra Sorgente” si vuole quindi fare riferimento alla manifestazione della dinamica del rapporto del Creatore con il creato.
(Rabbì Chayìm di Wolozhìn in Nefèsh ha Chayìm 2, 3, 4 par. 1)
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