Scintille
Un universo magico
Tu vivi in un universo magico. Ci viene insegnato che l’Eterno, Benedetto egli sia, ha scavato la nostra esistenza con 32 vie di meravigliosa sapienza misterica e poi ha scolpito l’universo dentro 3 sfere: “sefèr, sepor, sipur – testo, numero e storia”, le leggi universali della fisica, del tempo e del processo, e il dono del libero arbitrio.
(Sefèr Yetzirà cap. 1, Mishnà 1)
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Il cerchio
La sacralità del cerchio consiste nel fatto che esso simboleggia la grazia del Creatore. Il cerchio non ha un lato destro e uno sinistro, non ha una parte più grande o una più piccola, né una meno importante o una più importante dell’altra. Allo stesso modo il nutrimento del Creatore e la manifestazione della creazione non discriminano tra buoni e cattivi, tra un filo d’erba e un elefante. Tutto il creato è nutrito e posto in essere con uguale affetto dal Creatore; tutto riceve uguale benedizione dal flusso divino che, come il cerchio, non conosce lati.
(Pitchè Shearim 10b)
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Il fiume di luce
Se cerchi di vivere una vita di verità con purezza e sincerità, ti verrà mostrato il fiume di luce. Quando esso ti verrà mostrato, inizia a camminare lungo le sue rive, senza girare nè a destra nè a sinistra, ma seguendo ogni sua curvatura. Alla fine ti verrà mostrato il sacro luogo del mistero da cui scorre il fiume, e sarai condotto alla sorgente da cui hanno origine le acque.
(Rabbì Yosèf Gikitila in Sharè Oraa 20b)
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L’anima
L’anima si manifesta nel corpo come uno stormo di uccelli. Ogni uccello si posa su un particolare arto e organo del corpo. Appollaiati su ciascun ramo del corpo, perché essi sono i rami dell’Albero, questi uccelli cantano la forza vitale e la manifestano in ogni arto e organo, ricolmandoli di luce divina attraverso ogni tipo di canto.
(Sefèr ha-Zohar vol. 4 f. 228b)
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Comunicare sapienza
La prossima volta che il ronzio di una zanzara o il brusio di una mosca ti darà fastidio, ricorda questo insegnamento kabalistico: “Perfino i vermi, le mosche e le zanzare, tutti quanti comunicano sapienza, e non vi è un solo animale al mondo, anche fra i rettili striscianti, che non comunichi qualche forma di sapienza”.
(Rabbì Chayim Vital in Sefèr Shaar Ruach ha-Kodesh, Derush Ghimel)
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La tradizione
La Tradizione è una traccia che lasciamo dietro di noi nelle nostre vite precedenti perché quando ritorniamo possiamo avere una qualche idea di dove eravamo quando ce ne siamo andati. Dobbiamo considerare la tradizione, perciò, non come una reliquia del passato, bensì come un catalizzatore per il futuro.
(riportato a nome di Rabbì Zalman Shalom Shechter)
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Quattro cerchi
Tutti e quattro gli esseri della terra (minerali, vegetali, animali e umani) sono stati posti in essere dal Santo Benedetto Egli Sia, attraverso quattro cerchi, un cerchio dentro l’altro. Ciascuno di essi possiede la propria anima e quella dell’anima che racchiude. La roccia ha un’anima minerale, il germoglio possiede sia la propria anima (vegetale) sia quella della pietra. Lo si può vedere nella realtà, quando un germoglio avvizzisce la sua anima si allontana, ma tuttavia l’anima minerale rimane dentro di esso, trasformandolo in roccia come nel legno pietrificato, o nella terra. Gli animali possiedono la propria anima, oltre a quella vegetale e a quella minerale. L’uomo comprende le anime delle altre tre categorie.
(Pitchè Shearim 10b)
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Sii grato
Quando sperimenti qualcosa di buono nella vita, sii grato per le benedizioni che vengono riversate su di te dal Creatore, ma non sentirti vincolato ad un debito emotivo. Il tuo credito nei confronti del Santo Benedetto Egli Sia è buono ed illimitato. Basta che tu ringrazi, non è necessario che tu cerchi di restituire nulla a Dio. Impara a ricevere. Impara a sentirti degno di ciò che Dio ti dà; impara a sentirti meritevole. “Il recitare una benedizione non implica in alcun modo una benedizione o una lode dell’essenza di Dio, il Signore ci salvi da questo! non sia mai! Dio infatti è assai al di là di ogni possibile lode o benedizione”.
(Rabbì Chayim di Wolozhìn in Nèfesh ha-Chayìm 2, 2 par. 2)
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La madre dei regni
La madre dei regni superiori è chiamata amica, perché l’amore di Dio che scorre attraverso di essa fluisce ininterrottamente verso tutti gli universi. La madre dei regni inferiori è chiamata sposa, e anche sorella, perché essa è inscindibilmente e intimamente legata a tutti.
(Sefèr ha-Zohar vol. 3, f. 77-78)
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Sotto il soprabito
Leggere le scritture letteralmente è come dire ad una persona che è un bel soprabito, come se quella persona non fosse niente di più di ciò che indossa. Di sicuro sotto il soprabito esiste un corpo, e di sicuro vi è un’anima dietro a quel corpo. Lo stresso vale per la Torà egli altri Testi Sacri. I racconti contenuti in essi sono come indumenti per un corpo ben più prezioso. A sua volta questo corpo è un abito per un’anima ben più preziosa, e dentro quell’anima ve ne è un’altra ed un altra ancora. Certo, se nei racconti delle Scritture non vi fosse nulla al di là del testo, io stesso avrei potuto comporre una letteratura ben superiore.
(Rabbì Shimon Bar Yochay in Sefèr ha Zohar vol. 3 f. 152)
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Non dare troppo per scontato
Non dare troppo per scontato. Neanche riguardo a qualcuno di cui sei innamorato e che ti ama profondamente. Come insegna Rabbì Chaninià:”Uno sposo non si può avvicinare allo spazio della cerimonia nuziale se non è la sposa ad invitarlo”.
(Midrash Pesiktà de Eliav Kahanà, Piskà alef Perek 1)
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La Presenza Divina
Rabbi Israel Baal Shem Tov insegnava che la Presenza Divina dimora presso tutte le quattro categorie degli esseri creati, gli esseri immobili (minerali, rocce), gli esseri vegetali (piante, alberi, erbe), gli esseri viventi (animali, pesci, uccelli, insetti) e gli esseri parlanti (gli uomini). “Essa è inerente a tutte le creature dell’universo, buone o cattive che siano”.
(Toledot Yakov Joseph, p. 25)
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I custodi di un grande mistero
Ogni animale, fiera selvatica, uccello e rettile è dotato di uno spirito. Questi spiriti sono i custodi di un grande mistero. Perciò, attraverso il cinguettio di un uccello, per esempio, o il verso di qualsiasi animale, si può anche scoprire il grande mistero ivi celato in virtù della forza vitale emanata da uno di questi spiriti. Perché questi stessi spiriti, custodi dei misteri, a volte filtrano taluni di questi misteri attraverso i versi emessi dagli animali che essi animano.
(Rabbì Chayim Vital in Sefèr Shaar Ruach ha-Kodesh Derush Ghimel)
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La presenza di Dio
A volte si avverte veramente la presenza di Dio nel mondo e nella vita. Ed a volte è difficile accedere a questo senso della presenza divina. Rabbì Zalman Shechter Shalomi chiamava il Santo Benedetto Egli Sia: “la grande intermittenza cosmica”. Maestri piu’ antichi invece si esprimevano in questo modo: “La Sacra Sorgente (Dio) viene al tempo stesso rivelata e nascosta”. Dio è sempre presente, ed a volte la Sua presenza è evidente mentre altre volte è misteriosa. Ma mai assente.
(Sefèr ha Zohar vol. 1 f. 39)
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Fiducia
Ricordati che l’essenza delle tue preghiere consiste nella fiducia di vederle esaudite. (Rabbì Nachman di Breslaw in Likutè Moharan 1, 7)
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Confuso
Non pensare che ci sia qualcosa che non va quando ti senti un pò caotico o confuso. Probabilmente ti senti solamente umano. Perché l’uomo è stato creato “a immagine di Elohim”. Il nome Elohim è il nome di Dio che descrive la dinamica del Creatore che ha posto in essere tutto il creato. Perciò è una parola plurale che significa “forze” o “energie” (Shulchan Aruch, Orach Chayim 5, 1). Pertanto, l’uomo comprende il vortice caotico della creazione primordiale, le forze divine che danzando infondono spirito nella materia, materia nella forma e forma nell’azione.
(Rabbì Chayim di Wolozhin in Nefesh ha-Chayim cap. 1)
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Trentadue vie
Ogni parte di te è ricolma dello stesso mistero che tu cerchi di svelare. Ci viene insegnato che vi sono trentadue vie attraverso le quali raggiungiamo la sapienza misterica. Il mistero entra dentro di noi attraverso lo spazio fra cranio e spina dorsale. E da lì si diffonde per tutto il corpo nei nostri sensi [venti dita, quattro palmi, due occhi, due narici, due orecchi, una bocca e il cuore. La Ghematrià – il valore numerico della parola cuore- lev, è 32]
(Rabbì Eliahu di Vilna nel suo commento al Sefèr Yezirà 1, 2, nota 5)
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Il libero arbitrio
Non vi è nulla di molto misterioso nel libero arbitrio. Tu fai ciò che vuoi fare e non fai ciò che non vuoi fare.
(Rabbì Nachman di Breslaw in Likutè Moharan 2, 110)
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Aprire nuove porte
Per dare inizio a qualcosa bisogna aprire nuove porte. La chiave è dare e fare. Dai amore e compi gesti gentili.
(Rabbì Nachman di Breslaw in Likutè Moharan 2, 4)
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Una scintilla della luce divina
Non vi è nulla proveniente dall’altro lato [quello negativo] che non abbia dentro di sé una scintilla della luce divina. Tutte le cose sono intrecciate le une alle altre, tanto quelle pure quanto quelle impure. Non vi è purezza alcuna se non attraverso l’impurità, così dal bene può nascere il male, e dalla pietà può nascere la crudeltà. Tutte le cose sono intrecciate, l’impulso al bene come pure l’impulso al male, perché ciascuna è interdipendente dall’altra.
(Sefèr ha-Zohar vol. 2 f. 69 e vol. 3 f . 80)
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