Malachi Coen
Rabbì Malachi Coen, fu uno dei più famosi Rabbini italiani del diciottesimo secolo. Era stato l’allievo prediletto di Rabbì Yosèf Ergas, e gli succedette sulla cattedra di Livorno.
Fu lui che curò l’edizione del libro del suo Maestro “Divrè Yosèf” (Livorno 1742).
Nel 1744 pubblicò a Livorno il “Shivchè Todà”, una raccolta di preghiere per il digiuno locale del 22 Shevàt, commemorativo di un grave terremoto, e nel 1805 pubblicò il libro “Aruchà u-Marpè“. Molti Rabbini si rivolsero a lui con quesiti rituali.
Alcuni suoi responsi compaiono nei libri dei suoi contemporanei, quali il “Pàchad Itzchàk”, il “Benè Yehudà” di Rabbì Yehudà ‘Ayyàsh e il “Todàt Shelamìm” di Rabbì Isaia Bassan.
È di particolare importanza il suo “Yad Mal’achì ”, un testo di metodologia dello studio talmudico e halakhico viene pubblicato a Livorno nel 1766-67 in tre volumi (“Yad Mal’achì 1”, “Yad Mal’achì 2 ”, “Yad Mal’achì 3”).
Questo libro, che contiene anche un elenco alfabetico dei principi della normativa, denota una vasta conoscenza di tutta la letteratura rabbinica precedente, ed è talmente noto che è uscito in diverse edizioni.
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